E tu conosci Armida Barelli?
È la domanda che alcuni alunni dell’istituto “Caporizzi – Lucarelli” hanno rivolto alla platea presente al convegno tenutosi martedì 6 maggio presso la scuola “A. Moro”.
Espletati i saluti di rito da parte della Dirigente, prof.ssa Anna M. Bosco e della assessora Maria G. Barbieri, piacevolmente stupita di sapere che tra i padri fondatori dell’ateneo dell’Università Cattolica del Sacro Cuore ci fosse una donna milanese dal così alto profilo, la presentazione della protagonista della serata ha preso vita.
La spigliata Lidia, alunna della 2B Lucarelli, ha vestito abiti d’epoca e dato voce alla beata Armida Barelli rispondendo alle domande di Flavia, Erika, Simona e Carlo, alunni-giornalisti delle classi terze che con il plauso della professoressa Barbara Pandolfi, vicepostulatrice della causa di beatificazione, hanno ben saputo raccontare e far conoscere le gesta di una donna in prima linea che ha cambiato le sorti delle giovani italiane della prima metà del ‘900.
I ragazzi prima e la stessa Pandolfi dopo, intervistata dal Vicario Pastorale don Mimmo Giannuzzi, hanno raccontato come Armida, coraggiosa, determinata e perseverante, ha saputo testimoniare e insegnare alle ragazze ad uscire di casa, a parlare in pubblico, ad affermare le proprie idee. Anche se ai ragazzi di oggi sembra inverosimile, in quegli anni, soltanto gli uomini avevano diritto di parola in famiglia e nella società.
Alla domanda su quali fossero state le difficoltà affrontate durante la sua missione, “la nostra Armida” ha risposto di aver dovuto girare l’Italia intera con non poche porte in faccia ricevute, associata alla difficoltà di scalfire e abbattere mentalità classista, chiusa e patriarcale.
Nel corso dell’intervista la signorina Barelli ha affermato che, attraverso le sue azioni da “Sorella maggiore”, spera che possa arrivare anche alle nuove generazioni la sua visione: «VORREI che le future generazioni NON SI SCORAGGIASSERO; le vorrei ASSETATE DI SAPERE; le vorrei sempre più protagoniste ed entusiaste di affermare le loro idee; CORAGGIOSE E LIBERE…fate sentire le vostre voci per vivere nel mondo, senza nulla concedere al mondo. Amate, amate voi stesse e gli altri che incontrate sul cammino».
Il culmine e la conclusione di una serata di formazione, dai numerosi e sorprendenti feedback positivi, è stata la risposta data in scena dalla “Signorina Barelli” alla possibilità di intitolare il nostro Istituto alla instancabile e generosa donna il cui impegno per alfabetizzazione e cultura ha cambiato l’Italia. «Sarebbe il riconoscimento più emozionante! Sì, perché dove c’è studio, c’è cultura; dove c’è conoscenza ci sono idee…e quale luogo migliore di un istituto scolastico per innescare tutto ciò? Ne sarei lusingata e fiera, sarei sicura che la mia missione non andrà mai dimenticata!»
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